Correttivo Appalti, le imprese chiedono modifiche su soglie di aggiudicazione e Soa
Estendere a dieci anni il periodo di riferimento per ottenere la qualificazione Soa, aprire il mercato alle piccole e medie imprese ed elevare a 2,5 milioni di euro la soglia per l’aggiudicazione degli appalti col prezzo più basso introducendo l’esclusione automatica delle offerte anomale con sistema antiturbativa.
Sono alcune delle proposte avanzate dal tavolo della filiera delle costruzioniper la modifica del Codice Appalti (D.lgs. 50/2016).
Le proposte saranno valutate, insieme a quelle elaborate dalla Rete delle professioni tecniche (RPT), dalla Cabina di regia di Palazzo Chigi guidata da Antonella Manzione che ha avviato i lavori di revisione. Il correttivo dovrà essere messo a punto entro il 18 aprile 2017, a un anno esatto dall’approvazione del Codice Appalti.
Correttivo al Codice Appalti, le proposte della filiera delle costruzioni
Come si legge nella nota congiunta diramata da Ance, Confartigianato, Assistal, Confederazione delle Libere Associazioni Artigiane Italiane, Confapi, Cna, Alleanza delle cooperative italiane, Casartigiani e Oice, l’obiettivo della filiera è rendere il Codice Appalti più efficace, efficiente e trasparente.
Per questo sono state avanzate delle proposte di modifica ritenute “indispensabili”.
Correttivo Appalti e qualificazione Soa
In generale, i rappresentanti delle imprese ritengono che per i lavori dai 258mila euro in su deve essere obbligatoria l’iscrizione alle Soa.
In considerazione della crisi che ha colpito il settore, la filiera ha chiesto di estendere a dieci anni il periodo di riferimento per la comprova dei requisiti Soa. Ma non solo, perché ai fini della qualificazione è stata proposta l’introduzione di criteri reputazionali qualitativi, in grado di premiare i soggetti che hanno saputo mantenere una struttura affidabile ed elevate professionalità.
Per le gare sopra i 20 milioni di euro è stato chiesto di poter utilizzare i migliori cinque anni sugli ultimi dieci.
Correttivo Appalti e aggiudicazione delle gare
Gli esponenti della filiera delle costruzioni hanno da sempre chiesto di elevare a 2,5 milioni di euro la soglia al di sotto della quale poter aggiudicare le gare col criterio del prezzo più basso. Per garantire la trasparenza hanno proposto l’introduzione del meccanismo di esclusione delle offerte anomale col metodo antiturbativa. In questo modo, si legge nella nota congiunta, si eviterebbero i cartelli tra imprese, ma si garantirebbe anche la celerità e l’obiettività nell’aggiudicazione.
Correttivo appalti: urbanistica, subappalto e project financing
Secondo la filiera delle costruzioni, in materia di urbanistica, le opere di urbanizzazione secondaria sotto soglia devono seguire le stesse procedure a prescindere che vengano realizzate da stazioni appaltanti pubbliche o da privati.
Sul subappalto, le imprese edili hanno ribadito la necessità di renderlo sempre possibile, non solo a discrezione della Stazione appaltante, e di abrogare l’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori già in fase di offerta.
Date le scarse disponibilità economiche del settore pubblico, è stato chiesto di favorire il project financing con norme che agevolino la bancabilità delle operazioni tra privati.
Correttivo appalti, l’uscita della rete delle professioni tecniche
Nei giorni scorsi la rete delle Professioni Tecniche (RPT) ha abbandonato il tavolo di confronto a causa de mancato accordo su alcuni punti. Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio nazionale degli Architetti e coordinatore del Tavolo tecnico Lavori pubblici della Rete, ha spiegato a Edilportale che, pur apprezzando gli sforzi condivisi e auspicando una nuova collaborazione in futuro, non è stata raggiunta una intesa sull’appalto integrato, unico punto di contatto tra i lavori e i servizi di progettazione.
“L’appalto integrato è un esperimento che non ha avuto successo – ha spiegato Rino La Mendola – perché ha relegato il progetto in un ruolo marginale rispetto all’esecuzione dell’opera”. La Rete delle professioni Tecniche è stata contraria alla richiesta di “salvare” gli appalti integrati i cui progetti fossero stati validati prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti. “Avevamo chiesto l’elenco dei progetti validati in modo da avere un’idea sul numero e capire la portata di questo recupero – ha illustrato La Mendola – ma questo numero non è stato fornito e si poteva correre il rischio di andare avanti ancora per molti anni”.
Un altro punto di disaccordo su cui, ha riportato La Mendola, RPT è entrata in conflitto con l’Oice, è stata la proposta di assegnare obbligatoriamente la progettazione esecutiva al professionista vincitore del concorso di progettazione. Senza questo obbligo, ha affermato La Mendola, non avrebbe senso bandire gare di progettazione.