Nella seduta del 03/04/2019 il Consiglio della Regione Lazio ha approvato all’unanimità la proposta di legge n. 69 del 08/11/2018 “Disposizioni in materia di equo compenso e di tutela delle prestazioni professionali”. Si attende ora la pubblicazione della legge sul BURL.

Il provvedimento che ha come finalità la promozione e la valorizzazione delle attività professionali, attraverso il riconoscimento del diritto all’equo compenso per i professionisti. Tra questi, sono compresi anche coloro che non fanno parte di ordini o albi professionali. Tra gli obiettivi del provvedimento anche quello di riuscire, mettendo ordine nella disciplina dell’equo compenso, a contrastare l’evasione fiscale.

La legge contiene norme di particolare rilevanza anche con riferimento a incarichi o appalti affidati dalle pubbliche amministrazioni. Le prestazioni dei professionisti, infatti, verranno tutelate sulla base di istanze autorizzative presentate per conto di privati cittadini o di imprese alla pubblica amministrazione o rese su incarico affidato dalla stessa.

Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale adotterà atti di indirizzo nei confronti delle strutture competenti regionali, degli enti strumentali e delle società controllate, prevedendo in particolare che:
– negli atti relativi alle procedure di affidamento i compensi professionali siano determinati sulla base dei parametri stabiliti dai decreti ministeriali adottati per le specifiche professionalità e che gli stessi siano utilizzati quale criterio di riferimento per determinare l’importo a base di gara;
– nel caso in cui i compensi professionali non siano individuabili da specifici parametri, ovvero se le professioni non siano organizzate in albi o ordini, tali importi devono essere proporzionati alla quantità, alla qualità e al contenuto delle caratteristiche delle prestazioni, tenendo conto, ove possibile, di omologhe attività svolte da altre categorie professionali;
– nella predisposizione dei contratti di incarico professionale vi sia il divieto assoluto di inserimento di clausole vessatorie.

Infine, entro un anno dall’entrata in vigore della legge e successivamente con cadenza annuale, la Giunta regionale riferirà alle commissioni consiliari competenti in materia di lavoro e di sviluppo economico sullo stato di attuazione e sugli effetti delle disposizioni approvate.